Le Land Cruiser di Toyota hanno sempre rappresentato un’icona del fuoristrada 4x4 sia per la loro grande mobilità in off-road e sia per la proverbiale robustezza. Anche quest’anno, si è rinnovato il ritrovo in Friuli Venezia Giulia, nel week-end del 16-17 febbraio, per la 10^ edizione del Raduno Nazionale Toyota organizzato dalla Sezione Sant’Andrea del GFI presieduta da Ales Plesnicar. Come luogo di partenza si è scelta Gorizia che aveva concesso il patrocinio all’iniziativa ed era presente con il Vicesindaco Ceretta. Eterogeneo il parco veicolare con al via i vecchi ma ben conservati BJ, alcuni suv Rav 4 ed i più recenti HDJ. La carovana, seguendo le note del road-book, è partita alla volta della Slovenija percorrendo ampi sterrati e piste di bosco fino a raggiungere luoghi con interessanti panorami che davano la vista alla valle del Vipacco e dell’Isonzo. A metà pomeriggio si raggiungeva la località di Cerje dove si erge un monumento ai difensori della terra slovena, oltre a rappresentare un luogo di convivenza e di pace fra diverse culture.
Quasi all’imbrunire, iniziava la marcia di rientro in territorio italiano con la risalita di alcune interessanti golene ai margini dell’Isonzo. La cena Ai Due Leoni di Farra d’Isonzo chiudeva la giornata. Domenica si ripartiva alla volta di altri percorsi pianeggianti dove vi erano diversi momenti per saggiare le proprie capacità di guida e delle potenzialità dei mezzi; alcuni guadi, anche fuori programma, anticipavano il test 4x4 che veniva ricavato nel greto del Torre.
Quindi, arrivo nuovamente a Farra d’Isonzo per le premiazioni finali. Roberto Dragoni veniva premiato per il Toyota kdj 120 più nuovo, Alessandro Waiglein, in divisa d’epoca, per il più vecchio BJ 42. Mattia Marciante e Helmut Niedermayr erano i partecipanti più e meno giovani. Maurizio Zivec vinceva il rally fotografico e Stefano Rom rispondeva al maggior numero di domande nella prova culturale 4x4. Nuovamente premiato Mattia Marciante per la migliore prestazione nel test 4x4 BFGoodrich. L’equipaggio di Luca Mizza, con i due figli a spartirsi il compito della navigazione, era quello più giovane. Chi aveva “macinato” più chilometri per questo raduno era Tico Ticozzelli proveniente da Milano.
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