Si è appena conclusa la seconda prova del campionato FIA Cross Country, svoltasi, come tradizione vuole, nel deserto di Rub Al Khali, nell’Emirato di Abu Dhabi. All’inizio della settimana l’appuntamento era fissato per le verifiche tecniche ed amministrative nel padiglione F del Circuito Yas Marina. Qui si sono fatti vivi ben 97 concorrenti suddivisi in 4 quad, 31 moto, 62 auto, che hanno colorato le dune per ben 5 tappe, precedute da un prologo realizzato all’interno del nuovo resort Al Forsan, ancora da completare. Lo spettacolo offerto all’interno del breve tracciato, percorso in parallelo, con salti, fango ed acqua appositamente portata dalle autocisterne, ha reso il prologo decisamente interessante. Dopo questa prova ad aprire le danze nelle tappe desertiche è stato l’Hummer del Mobilex Team di Sazonov, poiché alla cerimonia di scelta della posizione di partenza era assente e quindi hanno deciso gli altri 9. Naturalmente il dominio incontrastato è stato delle case ufficiali, come la Mini che ha schierato al via 6 veicoli tra cui lo Sceicco Khalid Al Qassimi, alla sua prima esperienza in mini. Toyota Overdrive ha schierato un solo mezzo, quello di Nasser Al Attiyah e Mathieu Beumel, che sin da subito hanno iniziato a dominare. La prima tappa è stata piuttosto veloce ed ha portato i concorrenti dalla città di Yas Island sino al deserto nell’area di Qsar al Sarab, ove uno splendido bivacco affiancato ad un hotel a 5 stelle attendeva la carovana di concorrenti e meccanici ed addetti ai lavori. Da qui le 4 tappe successive hanno esplorato l’intera regione di Liwa, offrendo momenti da brivido a tutti i concorrenti, grazie alle tante dune, alla tanta sabbia e quest’anno anche al clima piuttosto inclemente, infatti per la prima volta, durante la seconda tappa faceva molto freddo, c’era vento, poco più di 15 gradi ed ha persino piovuto! Naturalmente il clima freddo-fresco ha favorito i piloti, che hanno sofferto di meno il caldo. Ciò nonostante i problemi meccanici non sono mancati per moltissimi equipaggi, tra questi anche i portacolori della Tecnosport, la squadra italiana, ha portato al via l’equipaggio Valentina Casella/Giulia Maroni su Nissan Pathfinder , dopo un prologo ben fatto, ed una prima tappa abbastanza buona, il motore ha ceduto e non è stato più possibile partire per il secondo giorno di gara; qualche problema anche per l’equipaggio Sloveno Darij Novak/ Darko Pelihan che hanno schierato un nuovo Volkswagen Amarok, interamente tubolare, un prototipo che ha fatto il suo ingresso soffrendo un po’ di giovinezza e costringendo il team a saltare qualche controllo di passaggio e quindi prendere delle penalità. La leadership inizialmente ha visto un’accesa battaglia tra lo sceicco di casa, il bravissimo Khalid Al Qassimi, (che normalmente corre rally con Citroen), qui a bordo della mini, come già detto, e l’eterno campione Nasser Al Attiyah questa volta su Toyota Overdrive, il terzo incomodo in questo duello e’ stato il bravissimo pilota saudita Yazeed Al Rajhi anche lui per la prima volta su una mini. Lungo i chilometri di prove cronometrate, ben 1329 suddivisi in 5 tappe dedicate agli sponsor: Yas AMrina Circuit, Nissan Patrol, Al Ain Water, ADNOC, Abu Dhabi Aviation; non sono mancati momenti di puro divertimento e momenti di difficoltà, testimone appropriato di questo fatto senza dubbio può essere l’italiano Eugenio Amos, navigato da Rafael Tornabel a bordo di un Polaris 1000. Amos, per la prima volta nel deserto di Rub Al Khali, si è ben disimpegnato durante tutte e 4 le prime tappe, raggiungendo addirittura la decima posizione assoluta, prima dell’ultima tappa; a pochi km dalla fine dell’ultimo giorno di gara, il motore non gli ha dato sostegno ed il Polaris è rimasto nelle morse della sabbia, facendo perdere all’equipaggio il gran bel risultato ottenuto sino a quel momento.
Questo fatto conferma che le competizioni nel deserto, non sono mai una cosa certa, fino all’ultimo km può sempre capitare l’imprevisto. Dopo una settimana di sfide sotto ogni punto di vista anche nella categoria T2 non sono mancati incidenti, cambiamenti ai vertici e ritiri. Una gara molto difficile è stata quella del Nissan Patrol Y62 (cat.T2) di Emil Kneisser ed Alex Kuzmick che ha accusato diversi problemi di elettronica e conseguentemente anche alcuni insabbiamenti per mancanza di potenza; così all’arrivo al podio sul primo gradino di questa categoria troviamo la new entry in auto: il qatarino Adel Hussain Abdulla su Nissan Patrol Y62, seguito dalla Toyota del saudita Yasir Saidan, terza la Toyota del kazako Marat Abykayev seguito a sua volta dal peruviano Raul Orlandini del Team Jaton sempre su Toyota.
Per quanto concerne la categorai due ruote motrici la novità piu’ significativa è stata la presenza del buggy di Jutta Klenschmidt e Tina Thorner. Un progetto piuttosto particolare, quello presentato da X-Raid nel deserto di Rub Al Khali. Si tratta di un prototipo di buggy realizzato con lo scopo di avere nel team anche un veicolo a due ruote motrici. Chi meglio della fortissima tedesca Jutta Kleinschmidt poteva esserne alla guida?
L’unico equipaggio femminile che ha vinto la Dakar del 2001, ( Jutta Kleinschmidt con Tina Thorner) si è ripresentato ai nastri di partenza del Desert Challenge 2016, con un risultato decisamente interessante. Il buggy è ancora in fase di sviluppo, ci racconta la simpatica pilota durante una sera a cena, si tratta di un veicolo che le piace molto e che vorrebbe far arrivare ai massimi livelli, dopo l’esperienza con i buggy di Schlesser. In questa competizione, hanno potuto notare già diversi aspetti da migliorare ed ogni pomeriggio-sera i meccanici sistemavano alcune cose, ma certamente ci vorranno ancora delle gare per poter avere riscontri più precisi; perciò la prossima sarà il Qatar Sealine, dove oltre alle dune ci sarà pista sabbiosa e leggermente pietrosa. Ovviamente durante questa competizione, particolarmente dura per tutti, non sono mancati problemi meccanici, problemi al cambio durante il quarto giorno, ma tutto estremamente ben gestito dal Team X-Raid.
Photo e testo by Fuoristradaweb.com