Le condizioni non ottimali della sabbia hanno costretto gli organizzatori a sopprimere uno dei tre giri previsti e questo assaggio di Sahara ad un passo dalla pittoresca Taghit ha lasciato l’acquolina in bocca a molti piloti.
Paolo Ceci è sorridente: “Una tappa bellissima, peccato che era corta. Hanno ridotto di un giro, ma io ne avrei fatti almeno altri due o tre perché era uno spettacolo. Anche se eravamo solo all’inizio di questo Erg immenso, è stato bellissimo. Mi sono divertito molto, ho preso una bella confidenza con la moto e sono contento perché il passo è buono ed è un ottimo allenamento per l’Africa Eco Race.”
L’algerino Djafar Serai, vincitore della tappa di ieri lo tallona, ma oggi Paolo lo ha seminato.
“Oggi ha fatto più fatica. Mi partiva davanti e quando l’ho passato, ho visto che non riusciva a starmi dietro. Ieri avevo già capito che nelle dune faticava a tenere il passo. E’ un pilota veloce, va forte. Domani ci aspetta una bella speciale di 200 chilometri e vedremo chi la spunta.”
Una formula già consolidata questa del Challenge, ma solo l’Algeria può offrire la sensazione di cavalcare un mare infinito di sabbia.
Stefano Chiussi: “Tappa divertentissima, quando si gira ad anello tra le dune è sempre divertente. Non c’era fesh fesh, ma sono riuscito comunque a far bollire il radiatore. Bello veramente. Finalmente il deserto quello bello."
Stefano Biondi, si è insabbiato un po’ troppe volte per i suoi gusti. Un po’ di affanno dopo aver sbagliato l’attacco della prima duna, ma è comunque arrivato fino in fondo.
Stefano Turchi si rilassa al tiepido sole che prova a far dimenticare quanto è stata fredda la notte in tenda.
“Molto bello, da due anni non toccavo la sabbia e nel primo giro ho dovuto prendere un po’ le misure. Mi sono divertito ad uscire dalle tracce più segnate anche se non sai mai cosa trovi di là. E’sempre bello correre tra le dune.”
Anche nella categoria auto c’è una certa soddisfazione, due equipaggi nazionali nella categoria raid: Giovanni Paolo Mambretti con Alfredo Crivelli partecipano al raid con una Land Rover 90 2.2 motore Ford di serie e hanno fatto i due giri senza avere i problemi di molti altri equipaggi con auto più preparate che sono rimasti piantati nella sabbia:
“Una tappa molto tecnica oggi. Sulle tappe più veloci la spunta chi ha le macchine più potenti, oggi non serviva la potenza, ma la tecnica e l’esperienza di guida su sabbia. Molto grip per salire sulle dune senza decollare dall’altra parte. Noi non facciamo il tempo, ma arriviamo fino in fondo. Chi invece voleva fare il tempo è ancora lì che aspetta di essere recuperato.”
A fine giornata la classifica moto vede Paolo Ceci in testa con un vantaggio di tre minuti e mezzo sull’algerino Sid Ali Mohamdi, seguire Mohamed Tafzi e un bel quarto posto di Carlo Seminara, mentre Djafar Serai non pare rappresentare più una minaccia, è sceso al 16° posto dopo aver perso molto tempo a caccia dei CP. Al quinto posto Didier Frederico, il pilota portoghese ormai di casa da Fiorenzo Lo Giusto.
Tra gli italiani Chiussi è nono, Turchi 18° con 15 minuti di penalità per aver mancato un controllo.
Nelle auto vincono i francesi Thierry e Sophie Bunuel nonostante i 15 minuti di penalità accumulati per aver saltato i CP di giornata, seguiti dalla coppia algerina Nabil e Nadir Djoudi.
Sempre più clamorosa la marcia di Marino Mutti e Andrea Mazzoleni sul loro Unimog rosso che vantano un grandioso quarto posto nella classifica che comprende auto e camion.
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