Giusto pochi giorni fa lo chiamo e gli dico."Auguri vecchiaccio della malora"... Gianni Luca Tassi lo conosco, so che non avrebbe voluto sentirsi parole diverse. Niente "cento di questi giorni", niente "ti auguro ecc ecc".
A lui piace sentire la forza che ha dentro capita dagli altri. A lui piace sentirsi compiangere solo se non fa podio. E' un uomo che ama il podio, nelle corse, nella vita, nel suo essere.
A lui piace vincere e l'importante è partecipare la considera una frase adatta ai perdenti. Francamente non ho mai pensato che fosse giusto solo partecipare. Mi alleno, mi impegno, voglio vincere.
Questo concetto assume dimensioni ancora più grandi e importanti quando a voler vincere è una persona che nella vita non ha mai perso.
In quel brutto quarto d'ora che è la vita si sta poco a perdere. Perdere la speranza, perdere la fiducia, il coraggio, gli stimoli a proseguire nonostante tutto.
Gianni Luca ha sempre continuato a vincere, tutto!!
Ha vinto il suo racing dopo l'incidente che lo ha fatto passare dalle due ruote della moto ad altre ruote che lo accompagnano in ogni dove ogni giorno.
Ha vinto quando è risalito sulle quattro ruote e non certo per farci una passeggiata. Ha portato a termine una Dakar e a quanto si dice, non è stato scarrozzato per fare un giretto, e' stato lui il conduttore di questa mission impossible che lo ha portato a risultati incredibili, primo di categoria T2 e quarantunesimo assoluto. Ha vinto gli otto mesi di ospedale che questo grande traguardo gli ha inflitto. Ha vinto l'amore e il rispetto di centinaia di giovani disabili sportivi. Con quanto amore e entusiasmo li segue, l'ho visto personalmente piangere guardando una bravissima ciclista sfrecciargli davanti salutandolo con riconoscenza . Gianni Luca ha vinto sulla debolezza, sull'indifferenza, sulle cattiverie che purtroppo anche nel mondo dello sport a volte si manifestano .Ha vinto l'impossibile.
Si muove con disinvoltura dalle quattro alle due ruote, a volte tre quando fa sport che lo richiedono.
Eravamo pronti per una nuova grande avventura. Nuova macchina, nuovo equipaggio, nuove ali per volare ancora fra le dune sui classici percorsi della Parigi- Dakar . Partenza, Montecarlo. Con noi, a Monaco come ospite d'onore...no, non un principe, non un pilota famoso, un ragazzino, un quattro per quattro disabile, felice di essere li ad augurare il meglio a Gianni Luca. Uno di quei ragazzi che Gianni ha fatto sognare, uscire di casa, rimettere in gioco . Quando hai un eroe da seguire, il tuo mondo ristretto cambia immediatamente. E poi via, l'ultimo giorno dell'anno avrebbe segnato la partenza verso Marocco, Mauritania e poi arrivo in Senegal...la nostra ambita Dakar.
L'Africa eco race ci aveva dato del filo da torcere. Il progetto auto elettrica se pur ambito era diventato pretenzioso e gli sponsor si sa, sono sempre più difficili da accontentare.
Qualcuno all'ultimo aveva creduto in Gianni Luca Tassi e per un attimo la gara sembrava ormai sua. Si, ce l'aveva fatta. Si poteva partire grazie agli sponsor fantastici.
"Gianluca, ci vediamo nel weekend", dico al telefono e parlo del ventisette di Ottobre !!.... " sai ho la febbre, ti richiamo, non sto bene", mi risponde con un filo di voce.
Otto mesi di ospedale finita la Dakar dello scorso anno non sono bastati. Si ripresenta lo stesso problema per il quale sembra si debba operare nuovamente.
C'è stato un silenzio. Un silenzio dignitoso, tipico suo, ci sono silenzi chiassosi ma il suo no, il suo non fa percepire nulla, il vuoto....il vuoto della cocente e amara delusione.
Non è la preoccupazione della malattia, del dolore, del ripercorrere lo stesso iter dello scorso anno, no!!
E' un dolore molto più profondo. "Io lascio"....parole che non sono sue tanto che non riesce a pronunciarle perché non le conosce proprio. Fanno parte di una lingua che non ha mai studiato!!!!
Il mio rispetto nel mio silenzio anche se mi viene immediato l'incoraggiamento che si trasforma in promessa. La prossima Eco Race sarà tutta nostra. Tutta tua.
Io conosco le rocce come lui, queste "croste di uomini", il dolore non è solo la mancata partecipazione ad una gara tanto importante. Al pilota interessa correre, correre e vincere, qualsiasi sia la gara. Non poter correre è come la fame d'aria...non respiri, non vivi!!!
Non auguro nulla ad uomo così, per lui sarebbero solo parole al vento. Dico e vorrei lo dicessimo tutti assieme a voce alta: "vecchiaccio della malora, ci si vede alla partenza Dakar 2019, questa è una promessa".
di Serena Ellero