QUI COMINCIA L’AVVENTURA
Massimo è uno di quelli con cui si passa volentieri la giornata. Che sia sui terreni da offroad domenicali che in officina un giorno qualsiasi per lo shooting fotografico della sua ultima creazione, ci si chiacchiera affabilmente come vecchi conoscenti. Sempre competente, cortese e disponibile, ma senza quell’aria da saccente di chi pensa di saperla lunga, ogni occasione offre lo spunto per confrontarsi e scambiare esperienze. Però Massimo la sa lunga per davvero, non solo perché da sempre appassionato di Jeep, ma anche per la sua provenienza dal mondo delle autofficine e delle concessionarie, che ha contribuito alla sua formazione “sul campo”, prima di intraprendere la strada di imprenditore con la Larossa 4x4.
In breve tempo, dall’inaugurazione dello scorso 2016, il moderno capannone alle porte di Milano è divenuto un autentico riferimento per la popolazione jeppettara, che qui ritrova tutti – ma proprio tutti – i servizi di un’autofficina a tutto tondo. Dalla semplice manutenzione ordinaria a quella straordinaria, dalle preparazioni ai tagliandi periodici, alle revisioni, inclusi i servizi di elettrauto e gommista.
Sempre alla ricerca della novità oltre che del servizio al cliente più completo e professionale, da quest’anno le preparazioni curate da Larossa 4x4 porteranno un numero di serie, come gli esemplari unici che allestisce, partendo dalla Wrangler numero 0 protagonista, guarda caso, di questa pagina.
DUE POLLICI D’ONORE
Questa volta non andiamo a scomodare estremismi difficilmente gestibili nel quotidiano. Sebbene una configurazione di assetto da +2”, con pneumatici da 33, per i più è il vero – e bilanciato – oggetto del desiderio. Una preparazione medio-soft che non stravolge le geometrie di sospensione, andando a migliorare gli elementi elastici e i loro leveraggi, rispetto la configurazione stradale stock, così da garantire maggiore escursione, altezza e aderenza in off, mantenendo precisione e maneggevolezza on-road. Un set up che non va quindi a penalizzare baricentro e stabilità, pur generando quella posizione maggiormente rialzata che infonde sicurezza anche sulle strade di tutti i giorni.
Alla base di questo lavoro troviamo principalmente gli elementi dello specialista Rock’s 4x4. Grazie all’accordo raggiunto all’inizio di quest’anno l’azienda romana collabora strettamente con Larossa 4x4, che può quindi fregiarsi del titolo di Rock’s Point per l’area milanese.
Sotto alla JK 2.8 CRD che Massimo utilizza come laboratorio per il collaudo delle sue modifiche, fanno bella mostra i quattro ammortizzatori Rock’s monotubo a gas della serie XL, con serbatoio separato e ghiera di regolazione su otto posizioni, corpo da 52 mm di diametro e robusto stelo da 18 mm, ai quali sono state accoppiate molle progressive Synergy (made in Usa) maggiorate di 2,5”. Per una corretta geometria di sospensione gli attacchi superiori degli ammortizzatori sono stati ricollocati con apposite staffe, mentre i tamponi di finecorsa fanno ora parte integrante dello stesso stelo, interrompendo la compressione poco prima del limite di corsa. Spostato il fissaggio sul telaio della barra panhard, le biellette allungate sono ingrassabili, mentre il riposizionamento dei tubi freno accompagnano la maggiore oscillazione del ponte senza pericolo di inopportuni stiramenti. Rimangono originali i puntoni di reazione posteriori, sostituendo gli anteriori con altri rinforzati e allungati di 15 mm per ottimizzare l’angolo di caster.
Sempre anteriormente la barra panhard è rinforzata e regolabile, e non interferisce con il nuovo ammortizzatore di sterzo Rock’s, posizionata ora sopra la tiranteria. Le biellette della barra stabilizzatrice sono state allungate e le testine sopra al fusello del mozzo ruota sono di tipo ingrassabile, partecipando a una migliore e puntuale manutenzione. In questa configurazione il veicolo risulta maneggevole sullo sconnesso, copiando con precisione le asperità del terreno, mantenendo adeguata rigidità quando il raptus improvviso ci impone di affondare sul pedale del gas.
Per quanti ancora non lo conoscessero appieno, potremmo definire il marchio Rock’s un autentico orgoglio nazionale . E’ un’azienda tutta italiana, non un rivenditore che brandizza componenti esteri ma un produttore vero, che nel nostro Paese progetta, produce e collauda modifiche su base Jeep, esattamente come fanno i blasonati specialisti yankee. Tanto che proprio oltreoceano, ovvero al SEMA Show di Las Vegas tenutosi in Nevada scorso ottobre (la più importante rassegna del settore del tuning e del fuoristrada 4x4) Rock’s 4x4 ha lanciato la sfida al mercato americano, raccogliendo consensi e apprezzamenti dal selettivo pubblico a stelle e strisce.
TUTTO OMOLOGATO (PER DAVVERO)
Sempre made in Rock’s risultano i due paraurti ad uso gravoso, modello Stealth, interamente in acciaio e con predisposizione per il winch anteriore. Robusti e belli da vedere, come tutto il resto della produzione vengono realizzati attraverso processi e macchinari di ultima generazione, trattati con cataforesi per impedirne l’ossidazione e verniciati a polvere consentendo una duratura finitura cromatica… a prova di sottobosco. Sia davanti che dietro incorporano gli occhielli per il traino e le filettature – celate dietro tappi colorati in rosso – dove collocare all’occorrenza altri occhielli a vite, in asse con i longheroni del telaio, ottimizzando così la distribuzione dello sforzo nel caso si debba stroppare di prepotenza l’amico infangato come al solito fino ai ponti.
La preparazione esterna è completata da luci supplementari e gruppi ottici posteriori a led, dal rilocatore della ruota di scorta esterna - tale da poter alloggiare un pneumatico di diametro maggiore rispetto l’originale, fino a 35 pollici, senza interferire con la terza luce di stop e con la targa del veicolo -, cerchi in lega stilizzati by Larossa 4x4 e pneumatici BFGoodrich Mud Terrain KM3 da 285/70 R17 (equivalenti a dei 33 pollici).
Basta patemi ad ogni incontro con i lampeggianti blu; tutti questi particolari, dall’assetto ai paraurti, fino alle gomme maggiorate, ma anche verricello e snorkel nel caso si volesse completare la preparazione, possono venire riportati sul libretto di circolazione, mediante regolare omologazione ministeriale. Un’operazione di totale trasparenza, in virtù dell’esperienza maturata dall’azienda nel settore delle trasformazioni veicolari, resa possibile dal credito che gli ingegneri di Rock’s detengono presso il dipartimento del Ministero dei Trasporti, con il quale collaborano a stretto contatto. Il marchio Rock’s, primo produttore italiano di accessori per Jeep, è infatti un ramo ben specifico dell’azienda Guidosimplex, dagli anni ’60 uno dei principali riferimenti di mezzo globo per quanto riguarda la mobilità dei portatori di handicap, con allestimenti specifici e personalizzati dei veicoli dedicati a chi presenta patologie che impedirebbero la conduzione di un’automobile originale. Encomiabile supporto a quanti desiderano condurre una vita indipendente, nonostante condizioni fisiche invalidanti, grazie alla passione dei responsabili dell’azienda questo know how è sfociato da qualche anno nella realizzazione di particolari dedicati alle fuoristrada, con un catalogo per il momento dedicato al mondo Jeep, in continua evoluzione.
Poco da aggiungere sul fronte motoristico della Wrangler by Larossa 4x4, se non l’attenzione del preparatore lombardo a una maggiore grinta propulsiva, con la rimappatura delle centraline di gestione. Innanzitutto quella del propulsore, assieme ad alcuni accorgimenti sulla linea dello scarico, ora in grado di erogare oltre il 20% di potenza in più, elevando i 200 CV originari verso la ragguardevole soglia dei 250 CV. Poi quella del cambio automatico, tale da fornire risposte più rapide a regimi inferiori, assecondando prontamente la variazione della marcia, sia in allungo che in scalata. Un fine lavoro di ottimizzazione che si traduce senza troppi rimaneggiamenti in un maggiore brio, non solo sui più tortuosi percorsi a fondo naturale ma anche nei tragitti quotidiani.
Alle occasioni di aggregazione della vita reale, non certo improbabili a bordo di una Jeep così agghindata, si possono sommare quelle virtuali offerte dai social, attraverso ad esempio la nuova community di Facebook ideata da Massimo, con il gruppo Italian Jeepers (andate subito ad iscrivervi) dedicato al mondo degli appassionati fuoristradisti… non solo da tastiera.
Testo e foto
Duilio Damiani